STUDIO DI PEDAGOGIA CLINICA

Dott.ssa Sara Cundari

Pedagogista, Pedagogista Clinico

Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013. 

Iscritta nell’elenco ANPEC n.4628 e nell'elenco dei Pedagogisti SINPE n.2928

 

Gioco

La storia dei bambini coraggiosi che sconfissero il virus invisibile

C’era una volta un mostriciattolo invisibile arrivato da un paese lontano che decise di scompigliare la vita di tutti gli abitanti della terra. Questo mostriciattolo era tanto piccolo, quanto cattivo, si credeva il re del mondo, il suo nome era Covid.
Questo mostriciattolo iniziò a viaggiare in lungo e in largo, facendo paura a tutti indistintamente, grandi e piccini di qualsiasi posto della terra. La vita delle persone cambiò improvvisamente perché questo mostriciattolo faceva star male chiunque venisse a contatto con lui perché era molto contagioso tramite la saliva e il contatto, ed era così piccolo che riusciva ad arrivare ai polmoni…era talmente contagioso a tal punto che le persone non potevano più né abbracciarsi né stare vicini. Le scuole vennero chiuse, alcuni genitori dovettero rimanere a casa dal lavoro, tutti stavano in casa, non si poteva andare al parco, né fare una passeggiata, solo andare a fare la spesa. Il mostriciattolo Covid era felice di vedere tutti preoccupati e tristi senza abbracci e annoiati in casa. Ma un bel giorno successe una cosa inaspettata! Le mamme si improvvisarono fate…
E fu così che in tutte le case tutti i bambini iniziarono a inventare giochi…ascoltavano le storie raccontate dalle mamme, nientemeno insegnavano ai loro bambini i giochi di quando erano piccole loro, c’erano famiglie riunite attorno a un tavolo a giocare insieme, c’era chi dipingeva, chi costruiva, chi preparava dolci e pane, chi cantava e ballava e chi disegnava tanti arcobaleni colorati per rallegrare le città.
Tutti i bambini oltre a fare i compiti tirarono fuori la loro creatività. Il cattivo Covid continuava a girare per il mondo indisturbato, voleva portare paura nelle case, lui odiava le persone felici, si nutriva dell’infelicità degli altri.
Bisognava fare qualcosa! E così pensa che ti ripensa…i bambini ebbero una brillante idea:

TIRARE FUORI I LORO SUPER POTERI:

  • IL POTERE DELLE MANI PULITE: grandi e piccini si lavavano spesso le mani perché’ il virus odiava l’acqua.
  • IL POTERE DEGLI ABBRACCI VIRTUALI: si pensava spesso agli amici e alle persone care immaginando di abbracciarli tante volte al giorno!
  • IL POTERE DEI SORRISI COLORATI E DELLA VOCE: sorrisi e canti di gioia si udivano da una casa all’altra, perché’ il virus non si nutrisse di tristezza e così si infastidisse!
  • IL POTERE DELLA PAZIENZA: NON USCIRE DI CASA POTEVA SEMBRARE A VOLTE NOIOSO, MA I BAMBINI SAPEVANO CHE FACENDO COSI’ AVREBBERO CACCIATO IL CATTIVO COVID!
  • IL POTERE DELLA FELICITA’: quella che solo i bambini sanno donare con il loro amore. Così iniziarono a regalare felicità a tutto il mondo con questi superpoteri magici!

Nel frattempo tanti eroi negli ospedali lavoravano per curare chi non era riuscito a scampare Covid. Medici, infermieri, farmacisti, volontari lavoravano notte e giorno in collaborazione con l’amore dei bambini, eh si! Perché i bambini donavano i loro superpoteri a distanza a tutte quelle persone che lavoravano per trovare una cura e rischiando la loro vita per far stare bene chi si era ammalato. Il mostriciattolo invisibile iniziò a infastidirsi perché le persone erano felici grazie ai bambini. E così non potendosi nutrire dell’infelicità delle persone, piano piano si iniziò a non avere più notizia di Covid…qualcuno dice si sia nascosto per paura della felicità. La vita lentamente tornò alla normalità, la scuola, il lavoro, le passeggiate, le persone si abbracciavano felici di ritrovarsi forti, coraggiosi e sorridenti. La cosa più sorprendente di questa storia è stata quando una notte tutti gli arcobaleni disegnati dai bambini si unirono in una luce bellissima che diede vita a una primavera, quella primavera tanto attesa dove i canti dei bambini e degli uccellini divennero un tutt’uno, dove i colori dei fiori, gli animali usciti dal letargo, il sorriso delle persone, si ritrovarono in una grande esplosione di profumi che aveva il sapore dell’amore universale tramandato alle generazioni future. Grazie alla conoscenza dei superpoteri dei bambini, qualora un giorno lontano Covid fosse ritornato allo scoperto, gli abitanti della terra avrebbero saputo come agire. I bambini avevano svelato al mondo il segreto per sconfiggerlo. I superpoteri adesso li conoscevano tutti e tutti i giorni le persone li usavano!

- MI LAVO SPESSO LE MANI
- SE HO L’INFLUENZA RISPETTO GLI ALTRI
- FACCIO GLI STARNUTI IN UN FAZZOLETTO DI CARTA O NELLA PIEGA DEL GOMITO
- RISPETTO LE REGOLE
- SE HO L’INFLUENZA STO A CASA PER GUARIRE

CIO' CHE OGGI
CI SEMBRA UN SACRIFICIO
PUÒ DIVENTARE
LA PIU’ BELLA E
FORMA GRANDE
DI AMORE PER
SE STESSI E
PER ALTRI GLI
CHE PUÒ
CONDURCI
ALLA FELICITA’!!!

A cura di Sara Cundari
Pedagogista, Pedagogista Clinico®

Il gioco: attività educativa fondamentale nella generazione tablet

Il termine GIOCO deriva dal latino iŏcu(m) ‘scherzo, facezia’, infatti nel linguaggio corrente la parola "gioco" indica un'attività fittizia che fornisce piacere e benessere. Chi di noi da piccoli non aveva un gioco preferito? Ogni bambino, infatti, sceglie un gioco sulla base dell’interesse individuale. Schiller, poeta e filosofo tedesco sosteneva “l'uomo è pienamente tale solo quando gioca" giacché si ritrova e si conosce, riesce a liberare la propria mente da contaminazioni estranee, scarica le proprie emozioni e l’istinto.

Per i bambini il gioco è l’occupazione basilare in quanto attraverso questa attività scoprono, senza saperlo, nuove soluzioni di adattamento all’ambiente, inoltre, è considerato tra i principali strumenti per la formazione dell’uomo più di tutto nell’infanzia e adolescenza. Il gioco per il bambino è magia, è entrare in contatto con un luogo agevolato in cui apprende comportamenti specifici (pensiamo al gioco del far finta di). Secondo Melanie Klein, psicanalista austriaca, il gioco è il luogo in cui il bambino esprime le sue fantasie, i suoi desideri e anche le esperienze reali in maniera simbolica.

Il gioco lega le attività sensoriali a quelle motorie, cognitive e socio-emotive offrendo le basi affinché il cervello si sviluppi al meglio. Secondo Maria Montessori, medico e pedagogista Italiano, il gioco è vitale per sviluppare competenze e capacità, come la creatività, la capacità di risoluzione dei problemi, le abilità sociali, le competenze linguistiche, le abilità fisiche, l’adattamento socia-le, la rielaborazione del mondo emotivo…
I giocattoli possono essere gli strumenti attraverso cui il gioco diventi mediatore tra il bambino e il mondo esterno perché attraverso questi strumenti imparano a conoscere se stessi, gli altri e l’ambiente. I giocattoli insegna-no ai bambini a capire come funzionano le cose (se pensiamo alle costruzioni), potenziano il controllo muscolare e la forza (se pensiamo al carrello, alla corda, alla palla, ai giochi all’aria aperta), aiutano il bambino ad usare l’immaginazione, la collaborazione con gli altri e cosi via…

I tempi sono cambiati e di conseguenza le abitudini e le modalità di gioco. I nostri bambini, figli dell’era digitale (cellulari, tablet, smartphone) sperimentano il “passatempo passivo” interagendo con una tastiera, un touch screen. Questo priva i bambini di un tempo che può essere arricchito dal gioco fatto “insieme ad altri bambini” conducendoli però verso “un passa-tempo individuale”, piuttosto che verso l’interazione sociale.

Il bambino fin dalla nascita sperimenta il gioco e attraversa più fasi:

- Gioco manipolativo e senso-motorio (afferrare un oggetto, manipolarlo, portarlo alla bocca per esplorarlo, poi guardarlo…)
- Gioco funzionale (il gioco è usato secondo la funzione reale, esempio dare la pappa alla bambola..)
- Gioco simbolico che presuppone un'imitazione differita (correre sopra un cavallo) e delle combinazioni mentali (usare il manico di scopa al posto del cavallo).
- Gioco sociale (gioco di regole, turni…)

L'esperienza del gioco insegna al bambino ad esse-re perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità; è un processo attraverso il quale diventa consapevole del proprio mondo interiore.
Offrire ai bambini opportunità ludiche orientate a finalità educative è molto importante. Le nuove tecnologie non vanno certo diffamate, ma se il loro impiego diviene un’alternativa ai giochi tradizionali e alla relazione con i coetanei, l’uso prolungato di tali strumenti ha effetti sulle capacità e le abilità che propriamente s’imparano con il gioco libero.

E’ importante offrire una corretta informazione ai genitori sull’uso di dispositivi elettronici nell’infanzia. Cosa si fa allora? Proteggiamo i bambini in una campana di vetro così la tecno-logia non contamini lo sviluppo globale del bambino? Certa-mente no, non è questa la soluzione! Ma se il genitore è un genitore che sorregge, con esempi e regole, il corretto accostarsi alle nuove tecnologie e il fatto di non usarli per distrarre o farli stare buoni, può essere positivo per un corretto approccio. Questi strumenti tecnologici attirano l’attenzione dei piccoli perché sono messaggeri di molti stimoli (luci, suoni, colori, immagini in movimento...) ma entro i tre anni un bambino non dovrebbe entrarvi in contatto perché a questa età il bambino sta imparando a entrare in relazione con il mondo e la vita reale. Porre il bambino davanti a un dispositivo che crea una “finta” relazione, è una realtà di cui non ha bisogno. I bambini devono esplorare, toccare, ascoltare, manipolare, sporcarsi, arrabbiarsi, quindi, entrare in relazione.

Una raccomandazione importante da fare ai genitori è di provare sempre le applicazioni di giochi per bambini e se proprio non se ne può fare a meno, quantomeno usarle insieme a loro, tenendo in considerazione l’effetto che hanno sullo sviluppo delle abilità cognitive e sulla capacità di autoregolare le emozioni. A sei o sette anni, il gioco sul tablet può essere concesso insieme a mamma e papà. E’ fondamentale decidere in famiglia i tempi per l’utilizzo di dispositivi elettronici, vietandone l’utilizzo negli altri mo-menti (durante i pasti, pausa compiti…) ed essere inflessibili.

I bambini devono avere a disposizione giochi tradizionali, costruzioni, fogli per disegnare, colori, pasta pongo, incastri, libri per l’infanzia e garantire uno spazio speciale con i genitori ogni giorno per il dialogo o la condivisione. E’ fondamentale educare i bambini a un apprendimento esperienziale attraverso l'azione (il gioco) e la sperimentazione di situazioni, ruoli in cui il soggetto è protagonista attivo nel mettere in gioco le proprie risorse. In questo modo il bambino sviluppa comporta-menti adattivi, l'esperienza, così acquisita, diviene patrimonio di conoscenza del soggetto e diverrà il nuovo punto di partenza di successive evoluzioni.

"Trattate le persone come se fossero ciò che dovrebbero essere e aiutatele a diventare ciò che sono capaci di essere" 

W. Von Goethe

Pedagogia Clinica Conegliano - Dott.ssa Sara Cundari - Studio Pedagogico "Paideia"