STUDIO DI PEDAGOGIA CLINICA

Dott.ssa Sara Cundari

Pedagogista, Pedagogista Clinico

Professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013. 

Iscritta nell’elenco ANPEC n.4628 e nell'elenco dei Pedagogisti SINPE n.2928

 

E' pronto a tavola! Come rendere il pasto un momento sereno e di condivisione

La relazione tra essere umano e il cibo non è risolubile con il concetto che si “mangia per crescere”. L’azione di cibarsi è il prodotto di una cooperazione tra molti fattori, principalmente di matrice affettivo- relazionale. Tutto ha inizio nel rapporto che si instaura tra neonato ed il cibo attraverso la relazione con la madre. il concetto Winnicottiano di “base sicura” qual è la mamma, c’è il piacere del cibarsi dove l’odore del corpo materno, il battito del suo cuore, il contatto, ne fanno da cornice. In questa simbiosi c’è l’essenza del legame in cui la mamma inizia ad accompagnare il suo piccolo verso l’autonomia (la suzione spontanea, i ritmi ) e in cui i genitori imparano ad ascoltare e riconoscere i segnali che il bambino invia. Questa relazione con il tempo si palesa nel rapporto che il bambino instaura con il cibo, nel rituale dello stare a tavola, se mangia in autonomia, se fa capricci, se il mo-mento del pasto è un disastro e cosi via...

Capita spesso sentire un genitore dire: “quanta fatica far mangiare le verdure, oppure: “il momento del pasto diventa stremante, mi tocca rincorrerlo per imboccarlo” o ancora “provo a cucinare una pietanza alternativa pur di non mandarlo a letto digiuno” o “non sta seduto a tavola”… Gestire i capricci in modo sereno, in particolar modo a tavola, è una delle cose più complicate per genitori; spesso si perde la pazienza o ci si fa sopraffare dalla paura che nel bambino ci sia qualcosa che non va. Cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti. Primo approccio è capire se il rapporto/ capricci del nostro bambino a tavola con il cibo è stato sempre problematico o se è relativo a un particolare momento della vita (inizio scuola, nascita sorellina/fratellino, separazione dei genitori, inserimento in asilo…).

Nel caso di una situazione temporanea è importante rassicurare il bambino, ritagliare spazi per lui, e mantenere le sue abitudini per aiutarlo a sentirsi più sicuro (orario pasti, nanna ecc..). Altro punto importante è tenere a mente che i bambini hanno bisogno di sentirsi compresi, per esempio se i genitori durante un momento di crisi del bambino si fanno sopraffare da irritazione, frustrazione e tensione, trasmetteranno al bambino insicurezza e provocheranno comportamenti ancora più "problematici". Con l’approccio comprensivo, il bambino impara a riconoscere le proprie emozioni e pian piano, crescendo, riuscirà a gestirle (pianti e capricci fanno parte della normale crescita del bambino, è un modo di comunicare con gli adulti, di esprimere le emozioni, paure).

Da dove si inizia? Come rendere il pasto un momento tranquillo e sereno di condivisione? I genitori sono per i bambini i MODELLI da seguire, quindi sta a noi adulti dare l’esempio. La fase che porta all’autonomia a tavola è lo svezzamento, il passaggio al 6° mese di vita dai cibi liquidi a quelli solidi, questo passaggio deve avvenire con serenità e naturalezza incoraggiando il bambino all’autonomia, alla curiosità verso nuovi cibi, all’esplorazione del cibo.

LE REGOLE E I RITMI DELLO STARE A TAVOLA

Dallo svezzamento inizia per i genitori l'avventura dell’educazione del bambino a tavola. I bambini hanno bisogno di confini chiari all'interno dei quali sentirsi al sicuro. Anche durante il pasto le regole ne fanno da padrone. Partendo dal presupposto che i bambini si sentono sicuri davanti alla coerenza dei genitori, c'è da considerare anche che sarebbe impensabile pretendere da loro che rimangano seduti tutto il tempo del pasto soprattutto se piccoli, si rischierebbe che il momento di condivisione diventi per loro “imposizione“. Come comportarsi allora? Potrebbe essere utile che i bambini prendano l’abitudine, oltre a stare a tavola seduti composti, di chiedere ai genitori il permesso di alzarsi una volta terminata la loro cena… questo non avverrà in un batter d’occhio...è giusto lasciar loro il tempo perché si abituino al mutamento e di mangiare come i grandi.

Un altro momento da non sottovalutare è la preparazione delle pietanze, ancor di più tutto ciò che emotivamente lo anticipa, gli stati d’animo, la giornata in generale che si conciliano in un unico momento di condivisione: il pasto. Ogni bambino è diverso e ogni famiglia, per questioni lavorative o culturali, ha esigenze e ritmi diversi. Rispettando ciò, è importante che i bambini abbiano chiaro sia il modello di riferimento che le prime regole.

Alcuni spunti da cui partire:

- EDUCARE ALLA CONSAPEVOLEZZA: La preparazione della tavola, dei piatti, creare un’atmosfera di collaborazione. Il bambino in questo rituale assimila che c’è un tempo e un ordine per ogni cosa. Un consiglio potrebbe essere anche quello di evitare, durante la preparazione e la cena di affrontare problematiche lavorative sorte durante la giornata. Consapevolezza significa anche ricordare al bambino di lavarsi le mani prima di sedersi a tavola, aspettare che tutti siano seduti prima di iniziare a mangiare.

- LE PAROLINE MAGICHE: Grazie, prego, per favore, dare ai bambini il buon esempio anche durante il pasto è molto significativo, è un’abitudine che farà loro compagnia per sempre, perché trattare gli altri con rispetto vuol dire rispettare se stessi, costruire la propria persona su una base sociale, la reciprocità e la cooperazione.

- EVITARE PUNIZIONI o rimproveri o ancora costrizioni se non vuole mangiare, si rischia di ricevere ancora di più una chiusura.

- EVITARE LE DISTRAZIONI: Se il bambino mangia mentre gioca con il tablet, lo smartphone o guarda la tv, non si concentra su quello che fa.

- GLI ORARI: Evitare che il bambino mangi oltre gli orari prestabiliti, il rischio è quello di arrivare al momento del pasto senza avere fame. È importante fare consumare il pasto con calma e variare i cibi nel sapore e nell’aspetto, incentivare l’appetito con attività che stimolino naturalmente l’appetito come lo sport, le passeggiate, giocare all’aria aperta, attività creative e ricreative in generale.

- EVITARE ACCORDI O TRATTATIVE: Non impiegare il cibo come merce di scambio, in caso contrario il bambino imparerà a utilizzarlo per regolare i rapporti interpersonali e per ottenere affetto.

- EVITARE MENU’ A’ LA CARTE: E’ preferibile non chiedere al bambino cosa preferisce mangiare poiché la scelta (tranne in caso di cibi che proprio non ama) lo rende incerto e insicuro e può far diventare ancora più stressante il pasto.

Le emozioni e le abitudini dei genitori influiscono sul rapporto che il bambino instaura con il cibo. I bambini sono influenzati dall’atteggiamento che noi adulti abbiamo verso il cibo, come lo descriviamo, le nostre emozioni sul rapporto che bambino ha instaurato con il cibo (ansia o tranquillità se non mangia, fermezza o rabbia se fa i capricci...). L'ansia dei genitori durante il pasto condiziona molto la risposta del bambino, più legata al clima emotivo che si crea a tavola piuttosto che alla pietanza presentata! Provare ad allontanare ansia e preoccupazione permette ai genitori di vedere con più lucidità la situazione, e al bambino di vivere con più serenità il pasto.

Anche le regole, pian piano, vengono assimilate se hanno degli esempi da seguire. I bambini osservano tutto, per questo motivo quello che l’adulto “predica” deve essere accompagnato da un gesto simbolico: se un genitore dà un consiglio ma poi si comporta in modo opposto il bambino darà più importanza a ciò che vede fare piuttosto che a quello che gli viene detto. Quando si educa con gli esempi, non bisogna dimenticare che è possibile e lecito sbagliare anche per i genitori, l’importante è riconoscere i propri errori e spiegare ai figli cosa di positivo si può trarre da questi.

L'educazione, in conclusione, è sinonimo di organizzazione, non si può improvvisare! Servono regole “A tavola si mangia seduti” ma non imposizioni “Stai seduto!”.

Lo scrittore statunitense H. Jackson Brown scriveva: “Vivi in modo tale che, quando i tuoi figli pensino alla giustizia, all’affetto e all’integrità, pensino a te.”

"Trattate le persone come se fossero ciò che dovrebbero essere e aiutatele a diventare ciò che sono capaci di essere" 

W. Von Goethe

Pedagogia Clinica Conegliano - Dott.ssa Sara Cundari - Studio Pedagogico "Paideia"