
- Educazione
Suggestioni Pedagogiche nell'oggi del "resto a casa"
Solo qualche settimana fa, ci sembrava impossibile rallentare il passo, presi dai mille impegni e dalle mille attività e faccende quotidiane. Ci sembrava impossibile poter cogliere la bellezza della presenza dell’istante e la bellezza dello “stare” nell’istante. Ci sembrava anche inopportuno “prendersi” del tempo per se stessi come se dovevamo poi ripagarlo a caro prezzo. Poi è giunta la pandemia e l’emergenza sanitaria mondiale causata dal Covid-19 ci ha obbligato ad arrestarci e a rallentare i ritmi produttivi, sociali e personali. In tutto il mondo, ed a noi italiani a seguito delle direttive ministeriali e delle precauzioni sanitarie è stato chiesto di “rimanere a casa”. È così che ci siamo ritrovati in casa e come noi anche i nostri bambini. Siamo di fronte all’esigenza, da genitori, di riorganizzarci per esperire le diverse funzioni che ci vengono richieste, in primis quelle di educare i nostri figli.
Oggi, ci sembra meno “complessa” quella, per dirla con le parole del Prof. Zavalloni, Pedagogia della lumaca nel rispetto dei tempi di apprendimento dei nostri bambini. In un articolo scritto qualche anno fa ponevo l’accento sull’importanza del “fare gioco” nell’era della tecnologia, era in cui sempre più bambini trascurano il gioco sociale a discapito del tempo o passatempo passivo che trascorrono davanti agli aggeggi elettronici, privati di un tempo che può essere arricchito dal gioco fatto “insieme con altri bambini” portandoli verso “un passatempo individuale”, piuttosto che verso l’inter-azione sociale. Questa epoca in cui “il fare sport” lo leggiamo in chiave di occupazione del tempo pomeridiano dei bambini perché si è così impegnati con il lavoro a tal punto da dover occupare il post-scuola con mille attività settimanali scandite da una corsa e l’altra. Eppure, nel medesimo momento, ci lamentiamo che
Lontana da giudizi e polemiche, preso atto del cambiamento della società, la Pedagogia da sempre si adopera, in qualità di scienza dell’uomo in fieri, a trovare soluzioni e supportare l’educazione guardando indubbiamente al futuro ma non tralasciando la linea del recupero di pratiche che, se da un lato, sembrano obsolete, dall’altro, possono aiutare a recuperare e potenziare tutti quei requisiti utili per l’apprendimento e perché no per evitare ciò che oggi definiamo le certificazioni facili, secondo le quali i nostri bambini sguazzano tra mille disturbi.
In questo delicato momento, ho sentito il bisogno di impugnare la penna con l’intenzione di sostenere i genitori attraverso spunti di riflessione da specialista in ambito educativo quale quello in cui opero. Le mamme e i papà si sentono disorientati e impotenti, i bambini, gli stessi che fino a poche settimane fa avrebbero fatto carte false per stare ore ed ore davanti al cellulare o al tablet, si ritrovano ad annoiarsi.
Nel mio lavoro, mi confronto soprattutto con le mamme, la maggior parte lamenta la difficoltà di far fare i compiti ai figli in casa. Gli insegnanti, in questo momento di emergenza lavorano con i bambini attraverso piattaforme on line o attraverso gruppi social dedicando il loro tempo alle spiegazioni degli argomenti didattici e assegnando dei compiti per far lavorare i bambini in esercitazione e autonomia dopo la lezione.
Mi viene chiesto dalle mamme: “Come faccio a far fare i compiti a mio figlio? È una gran fatica farlo stare seduto concentrato a studiare, è tutto normale? Per non parlare poi delle attività pomeridiane per riempire il tempo in casa, a un certo punto si annoiano.” Dopo confronti e riflessioni sono arrivata a una conclusione. Pensiamo a noi adulti: se dovessero chiederci di cambiare un’abitudine che abbiamo da anni nella nostra quotidianità quanto ci verrebbe difficile? Ecco! Per i bambini è la stessa cosa. In questo momento anche loro si sentono disorientati in una situazione nuova e nella quale percepiscono le nostre paure, le nostre preoccupazioni dettate dal momento ma soprattutto si trovano catapultati in una realtà di lentezza quotidiana della quale forse la maggior parte non ne aveva conoscenza.
Sento spesso in questi giorni parlare di privazione di libertà, molto semplicemente io la tradurrei come difficoltà ad occupare il tempo a disposizione perché non siamo più abituati a vivere con un ritmo lento secondo le nostre esigenze, ma rispondiamo alle esigenze che il mondo circostante ci impone. Quello che stiamo trascorrendo non è un tempo perso! A questo punto la domanda è diretta: cosa possiamo fare oggi per valorizzare la pratica educativa? Cosa vogliamo per i nostri figli? Se consideriamo l’etimologia latina del termine educazione ovvero ex-ducere ritroviamo la sua essenza. Ex-ducere significa tirare fuori ciò che è dentro e i bambini hanno tutte le potenzialità, sta a noi adulti il compito più arduo: esserne il tramite. Questo tempo che ci sembra inutile non lo è assolutamente. I bambini sono una mente assorbente e questa è scuola di vita! I nostri bambini in questa fase della storia stanno apprendendo delle virtù, nel senso stretto del termine, ovvero quella disposizione d'animo volta al bene e che porta una persona ad eccellere in qualcosa, un "modo perfetto d'essere", che in un tempo diverso da questo avrebbero acquisito con esperienze diverse.
La pedagogia ci insegna che si impara con il fare e i bambini loro stanno vivendo sulla loro pelle e stanno toccando con mano alcuni fondamentali apprendimenti che nella vita ci servono per diventare cittadino, quello che gli antichi Greci chiamavano Polites, il cittadino che possedeva diritti e doveri e viveva totalmente integrato nella città, con un forte senso di appartenenza alla comunità.
Cari Genitori, di seguito le mie suggestioni pedagogiche nell’oggi del “resto a casa”. Mi preme ricordare che in questo momento storico, i bambini stanno facendo esperienza del vivere.
- L’IMPREVEDIBILITA’ DELLA VITA Noi adulti sappiamo che la vita non è sempre programmabile, durante il percorso che ci prefissiamo ci si può trovare davanti a un cambio improvviso di direzione perché troviamo degli ostacoli che ci impongono di essere flessibili e resilienti. I bambini stanno vivendo questo momento, la loro routine quotidiana è stata stravolta e stanno imparando a reinventarsi e a trovare soluzioni diverse.
- LA PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ PER IL BENE COMUNE E LA SOLIDARIETA’ Per libertà s'intende la condizione di un individuo che può decidere, pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni. E’ il bene più prezioso che possediamo, abbiamo il diritto di preservarlo e il dovere di non privarne il prossimo. La libertà è un dono che abbiamo dalla nascita e per questo motivo va a braccetto con il rispetto. Dovremmo guardare alla libertà non come semplice spostamento fisico (privazione che ci viene chiesta oggi) ma come qualcosa che appartiene al nostro io più profondo, amare, sentire, creare, percepire, sognare, essere autentici; è dentro noi stessi che siamo veramente liberi. Se partiamo da questo presupposto possiamo meglio comprendere che il sacrificio di rimanere a casa in questo momento di difficoltà è sinonimo di grande rispetto verso i nostri cari e il prossimo. E’ una bella cosa che i bambini possono imparare, non trovate?
- L’ATTESA, LA PAZIENZA E LA SPERANZA Nel nostro “frettoloso modo” del “tutto e subito” ci si chiede spesso che fine abbia fatto la pazienza. Chiediamo ai bambini di avere pazienza ma non li aiutiamo a sperimentarla. I nostri bambini stanno sperimentando l’attesa e la pazienza di un momento che si spera passerà presto.
- L’IMPORTANZA DELLE COSE CHE POSSEDIAMO I nostri bambini sono abituati ad essere ricoperti da molti oggetti ancora prima di desiderarli e quando le richieste non vengono soddisfatte sono travolti da un senso di insoddisfazione e frustrazione che non sanno come colmare. In questi giorni in casa chissà quanti giochi staranno riscoprendo! Giochi che non si ricordavano di avere. Stanno imparando a riutilizzare o usare in modo creativo ciò che già possedevano.
- LA MULTIFUNZIONALITÀ DELLA TECNOLOGIA In questo momento di pausa forzata dalla scuola i bambini stanno sperimentando i diversi utilizzi della tecnologia. Il telefonino, il tablet, il pc non sono più solo strumento ludico di passatempo dove scaricare giochi e guardare video su youtube ma diventano strumenti di lavoro, pari ai libri e ai quaderni. Cambia la funzione della tecnologia per i bambini, bisogna però adattare il comportamento degli stessi di fronte ad uno schermo, quindi abituarsi all’attenzione e al non poter sospendere o cambiare schermata a piacimento. Educare al comportamento dell’alunno smart è importante!
- L’IMPORTANZA DELLE PAROLE E DELLA VICINANZA FISICA I bambini, più di noi adulti, sanno quanto il contatto fisico, una carezza, un abbraccio possa far “guarire” o far “sparire la bua”. Rimanere a casa ci sta tenendo lontani dai nostri amici e dai nostri cari e questo i bambini lo percepiscono, ancor di più perché una videochiamata con i nonni non colma la mancanza di un abbraccio. In questo nuovo sperimentare, LA PAROLA diventa la cura. Masaru Emoto nel suo libro La risposta dell’acqua scriveva: In Giappone si ritiene che le parole abbiano un’anima. Si pensa che soltanto pronunciando le parole si abbia il potere di trasformare il mondo. Le parole influenzano in maniera molto forte la nostra coscienza. Scegliere un vocabolario consapevole fa emergere nuove potenzialità che ammettono di sperimentare esperienze nuove e appaganti sia interiormente che esteriormente e ci fa essere più ricettivi e ci fa trovare nuove soluzioni non considerate prima. Le parole ci connettono al mondo, la parola positiva in questo storico momento diventa conforto, sollievo, cura, vicinanza.
L'ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA
Di fondamentale importanza in questo delicato momento è l’ORGANIZZAZIONE delle attività in casa. Evitare l’improvvisazione! La mattina o la sera programmate la giornata con le varie attività, è possibile anche creare un memory con la data e affiggerla sul frigo con le attività da fare comprese le ore dedicate alla scuola e quindi ai compiti. LA PROGETTUALITÀ DIVENTA SINONIMO DI SICUREZZA!
LE PAROLE CI
CONNETTONO
AL MONDO,
LA PAROLA POSITIVA
IN QUESTO STORICO
MOMENTO
DIVENTA CONFORTO,
SOLLIEVO, CURA,
VICINANZA.
A cura della dott.ssa Sara Cundari,
Pedagogista, Pedagogista Clinico®.