Dopo le vacanze di Natale, per i genitori dei bambini che frequentano l’ultimo anno della scuola materna, arriva il momento dell’iscrizione alla scuola primaria. Per ogni famiglia è un momento emotivamente fondamentale. La preoccupazione di come reagirà il figlio alla nuova esperienza ne fa generalmente da padrone, a maggior ragione se c’è di mezzo la scelta dell’anticipo scolastico. Dunque Anticipare o no? Quali sono i requisiti per accedere alla primaria in anticipo?
Dalle indicazioni del Ministero dell’istruzione si legge: “L'anticipo di iscrizione alla scuola primaria è consentito ai bambini che compiono sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. L'ammissione anticipata avviene su domanda della famiglia al momento delle iscrizioni e deve essere accolta dalla scuola, subordinatamente alla disponibilità dei posti e ai criteri di precedenza deliberati dal consiglio d’istituto. L’annuale circolare sulle iscrizioni raccomanda alle famiglie di consultare i docenti della scuola dell’infanzia frequentata dal proprio figlio prima di procedere alla iscrizione anticipata alla scuola primaria”.
La consultazione dei docenti della scuola d’infanzia di provenienza è fondamentale per valutare insieme le abilità del bambino, quindi suggerire ai genitori l’anticipo o sconsigliarne l’opportunità tramite delibera del consiglio di istituto. Sull’argomento sono molti e discordanti i pareri, certamente ogni famiglia deve decidere in libera autonomia. Ma perché è fondamentale valutare obiettivamente la possibilità di frequentare la scuola primaria con un anno di anticipo? E’ rilevante considerare lo sviluppo “globale” del fanciullo, quindi, lo sviluppo cognitivo (le attività intellettive, il linguaggio), quello affettivo-emotivo-relazionale e lo sviluppo fisico. Secondo lo psicologo Stern, “l'intelligenza è la capacità di utilizzare, in modo adeguato allo scopo, tutti gli elementi del pensiero necessari a riconoscere, impostare e risolvere nuovi problemi”. Chi sceglie l’anticipo lo fa in genere perché ritiene che il bambino sia intellettualmente pronto, nel senso che il bambino sa già leggere alcune paroline, sa scrivere i nomi, mostra curiosità... ma non c’è solo questo!
E’ importante considerare il controllo che il bambino ha di sé, la capacità di concentrazione, l’autodisciplina, elementi che arrivano in modo naturale attraverso l’esperienza, l’esplorazione e il gioco. Oltre allo sviluppo cognitivo bisogna considerare quello socio-affettivo-emotivo quindi l’autostima, le relazioni interpersonali, la socializzazione nonché lo sviluppo fisico, quindi la coordinazione, la manualità-bimanualità, il senso del ritmo, la sperimentazione dello spazio euclideo. Secondo il medico e pedagogista, Maria Montessori, l'ambiente è fondamentale per l’apprendimento poiché gli adulti possono creare infinite opportunità nell’offrire un ambiente ricco di stimoli, che spontaneamente i bambini colgono ed elaborano seguendo i loro naturali tempi. Citando ancora Montessori, reputo interessante ricordare come non amasse chiamare la sua didattica “Metodo” piuttosto ricorre a espressioni come “Aiuto alla vita “o “Sostegno allo sviluppo del bambino” giacché si tratta di un processo di potenziamento e di valorizzazione delle risorse insite nel bambino.
L’apprendimento è un processo psichico molto complesso, poiché entrano in gioco simultaneamente moltissime facoltà, quali l’immaginazione, la percezione, la memoria e fissazione, la motivazione, le aspettative degli altri, l’abilità di elaborare un dato, l’organizzazione nello spazio, la disponibilità a prestare attenzione, la coscienza e la conoscenza del sé corporeo, la maturata lateralità, l’equilibrio, l’organizzazione spaziale., tutti elementi che costituiscono l'autonomia nel bambino. Quanto allora i nostri bambini sono autonomi? Apro questa riflessione perché l’approccio olistico, visione sposata dalla Pedagogia Clinica, ci fa osservare e concepire il bambino nella sua globalità (fisico, intellettivo, affettivo...) e può essere d’aiuto nella riflessione sull’anticipo a scuola. Immaginiamo un bambino di cinque anni che legge e scrive il suo nome, che riconosce i numeri, l’alfabeto, le vocali ma, per fare degli esempi, non è completamente autonomo a tavola, o non ha cura dei suoi giochi, non ha ancora ben acquisito autonomia nel vestirsi o non ha acquisito l’autocontrollo, questo bambino non sarà completamente pronto per essere anticipato, ha bisogno di esplorare ancora e fare esperienza. Il fatto che un bambino non abbia completamente raggiunto l’autonomia, non deve scoraggiare i genitori né fare paragoni, ma osservare la situazione da un altro punto di vista: leggere il segnale che il bambino ha ancora in sé tutte le qualità, in fondo il termine Educazione deriva dal latino “ex-ducere” tirar fuori ciò che ancora giace in ogni persona.
La crescita è lo strumento che la natura ha generato per consentire a ogni persona di apprendere più cose possibile, di selezionare le conoscenze e metterle in pratica in contesti adeguati. E’ significativo offrire al bambino esperienze che lo coinvolgano e lo rendano consapevole della sua crescita come la musica, lo sport, il movimento, l’arte, il gioco, la socializzazione...Preparare il bambino al suo più faticoso lavoro è un dovere morale! E’ più importante arrivare primi o arrivare bene?